Diversi giorni addietro abbiamo appreso dalle testate giornalistiche che la decisione del Tar Lazio, per quel che concerne gli aspetti cautelari e di merito, al fine di ottenere una sospensione della procedura del bando per le concessioni online, sarà affrontata il 7 maggio.
Tempistica che ha lasciato basiti gran parte degli operatori che, per ovvi motivi, avrebbero preferito una data anticipata rispetto a quella fissata dal TAR, per il semplice motivo che risulta troppo in prossimità con la scadenza del 30 maggio, data ultima per la presentazione delle offerte.
Allo stato attuale, le società che operano nel settore dei giochi e quelle che vorrebbero partecipare per la prima volta al bando, stanno ancora analizzando minuziosamente quanto riportato nella convenzione di concessione e, più nello specifico, tutte le “novità” che riguardano sia la parte amministrativa, che quella tecnologica.
Ora, fermo restando il costo spropositato del bando di cui abbiamo parlato decine di volte, fa riflettere anche il continuo aumento della tassazione, i piani di investimento, le nuove limitazioni, tra le quali sottolineiamo quelle sui PVR e sulla fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni (si parla inoltre in questo caso di limitazioni in fase di “prima attivazione” che per ovvi motivi di natura discriminatoria saranno attuate anche nei confronti di tutti i giocatori che rientrano tra i 18 e 24 anni anche se registrati da più tempo su piattaforme di gioco…) che ricoprono una fetta importante della raccolta di gioco quantificata in almeno il 35%.
Ovviamente, ben venga l’obiettivo di tutelare i giovani attuando delle limitazioni importanti, ma come si pensa di evitare che gli stessi NON possano migrare da piattaforme legali a quelle illegali?
Nell’ultimo decennio, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con il supporto di So.Ge.I., ha raggiunto notevoli risultati in termini di tutela dei giocatori e di lotta all’illegalità, ma un cambiamento di tale portata (a detta di chi effettua controlli sul territorio) determinerà sicuramente un ritorno al gioco illegale che, visti i sistemi informatici oggi utilizzati, sarà più difficile contrastare.
Chi ha letto in maniera più attenta la convenzione di concessione (commercialisti, studi legali, consulenti), ha senza dubbio alcuno, ribadito che tutte le novità riportate nella stessa e i futuri investimenti porteranno realisticamente l’importo non più a 7 milioni di euro, ma ad una somma certamente superiore… questione che lascia a dir poco esterrefatti, sol che si pensi che il costo nell’ultimo bando fu di 250.000 euro.
A questo punto, anche nostro Signore Gesù Cristo, che ha moltiplicato il pane e i pesci, rischia di essere surclassato da chi ha fatto un miracolo più eclatante… utilizzando un moltiplicare che non può essere paragonato con altri utilizzati nella storia dell’uomo!
Altra questione paradossale è quella dell’Articolo 8 (che si riferisce al Piano degli investimenti), si riporta a chiare lettere che “a partire dal terzo anno di concessione, ADM, entro il 30 novembre di ogni anno, individua o autorizza, su proposta del concessionario, gli ulteriori investimenti, volti a implementare o sviluppare specifiche soluzioni tecnologiche, ai fini di aumento della sicurezza, di utilizzo della migliore tecnologia o di sviluppo di specifiche policy di gioco responsabile, PREVEDENDO UN IMPORTO NON INFERIORE, PER CIASCUN CONCESSIONARIO, ALLO 0,03% (ZERO VIRGOLA ZERO TRE PER CENTO) DELLA RACCOLTA MEDIA RIFERITA A TUTTI I CONCESSIONARI NELL’ANNO PRECEDENTE”.
Raccolta media… ora ci si domanda, perché il calcolo debba essere fatto sulla raccolta media e NON sulla raccolta di ogni singolo concessionario e ancor più, perché sulla raccolta e NON sull’utile (giocato – vinto – le tasse) di ogni singolo concessionario, in modo che l’investimento sia direttamente proporzionale alla sua raccolta e infrastruttura.
Occorre, inoltre, comprendere una volta per tutte, l’impatto che avranno le nuove regole tecniche, infatti, sono diversi i concessionari, nostri clienti, che attendono l’open hearing e il rilascio delle linee guida al fine di capire se saranno in grado di ottemperare e assolvere alle richieste di ADM entro i termini fissati dalla stessa.
Altra annosa questione è quella che riguarda la possibile decisione per diverse società di non partecipare più al bando, in quanto le regole amministrative, le regole tecniche e il costo spropositato dello stesso stanno creando non poche preoccupazioni.
Infatti, anche le società pronte a partecipare al bando, con l’obiettivo di aggiudicarsi più concessioni, stanno pensando di rivalutare le proprie scelte a causa di una serie di perplessità e criticità che riguardano i punti a seguire:
- Tempistiche e modalità di messa in produzione delle nuove concessioni;
- Possibile calo della raccolta di gioco che sarà determinato in prima battuta dalla scomparsa delle skin e dalle limitazioni sui PVR e sulla fascia d’età 18-24 anni;
- Il persistere del divieto di pubblicità;
- La gestione delle certificazioni e le tempistiche di rilascio delle stesse (tutti i concessionari anche se già operativi dovranno ricertificare);
- Problematiche con gli istituti di credito che continuano a chiudere i cc dei concessionari e dei giocatori;
- Difficoltà nel reperire assicuratori disposte ad emettere garanzie definitive per un importo NON più di 200 mila euro ma di 3.500.000 euro, il che significa, tradotto in parole povere, che probabilmente si potrà procedere con il solo deposito presso la ragioneria dello Stato. Ennesima beffa quest’ultima, per piccoli e medi concessionari, convinti di poter ottimizzare i costi per la partecipazione al bando con garanzie assicurative che, invece, si troveranno a dover accantonare 3.500.000 euro presso la ragioneria dello stato e investire altri 7.000.000 di euro per partecipare al bando.
A ribadire il problema delle garanzie assicurative è il Dott. Pasquale Falzarano, (intermediario assicurativo che da anni annovera tra i suoi clienti anche concessionari di gioco) il quale sottolinea che il nuovo bando per le concessioni dei giochi a distanza ha appunto previsto 2 garanzie: quella per la partecipazione alla gara e quella per la gestione della concessione. Entrambe prestate secondo gli schemi tipo previsti dal codice dei contratti sotto la cui egida l’intera procedura è sottoposta.
Ciò nonostante, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sia per la garanzia provvisoria, che per la definitiva, ha stabilito che, in caso di fidejussione, la stessa debba essere”… irrevocabile, autonoma rispetto all’obbligazione principale, a prima richiesta ogni eccezione rimossa … “. Questa specifica pattuizione, ribadisce il Dott. Falzarano, da un lato stravolge il “naturale” contenuto dello Schema Tipo delle fidejussioni previste dal Codice dei Contratti, dall’altro lato, ne appesantisce il rilascio da parte del mercato assicurativo tradizionale.
Si consideri (continua il dott. Falzarano) che la permanenza di tale condizione potrebbe impedire a diverse compagnie assicurative, anche specializzate nel ramo cauzioni, di intervenire fin dalla garanzia PROVVISORIA, oltre che sulla DEFINITIVA, con ripercussioni inevitabili sulla competizione di gara.
Inoltre, si sottolinea che società pronte a partecipare al bando per aggiudicarsi più concessioni, temono che si possa ripetere quanto accaduto nel 2018, ovvero che i “nuovi” concessionari dovettero attendere in diversi casi da 6 a 12 mesi (oltre il temine ultimo per la presentazione dell’offerta), prima di poter avere l’ok da parte di ADM dopo la sottoscrizione della convenzione di concessione. Questa volta però eventuali ritardi dovranno essere commisurati all’importo del bando attuale e, quindi, potrebbero generare un danno economico di centinaia di migliaia di euro.
Inoltre, tutti i concessionari dovranno fare i conti anche con la certificazione del nuovo sistema di gioco che, ovviamente, dovrà passare dai certificatori (EVA), il che significa ulteriore variabile di tempo che dovrà essere gestita al fine di poter permettere a tutti i concessionari (vecchi e nuovi) di ultimare il processo di certificazione, fermo restando che le concessioni già esistenti andranno in continuità. I nuovi concessionari, invece, dovranno partire da zero e, pertanto, bisognerà trovare il modo (come già paventato dallo scrivente, ai dirigenti di ADM, all’ultimo open hearing) di mettere tutti nella condizione di avere garantiti 9 anni di operatività con un’offerta di gioco adeguata.
Il grande punto di domanda, infatti, è proprio il “fattore tempo” che comprende i 6 mesi dalla sottoscrizione della concessione per andare online, i 9 anni di durata della concessione che, per giusta regola, dovrà essere uguale per tutti, il tempo che servirà per certificare il nuovo sistema, il tempo che occorrerà ai nuovi concessionari per andare online con un’offerta di gioco completa, il tempo che servirà per effettuare migrazioni dei saldi e dei conti di gioco dove previsto e autorizzato, il tempo che verrà concesso ai concessionari che hanno aderito alla proroga tecnica, ma che non parteciperanno al bando, che dovranno “spegnere” le concessioni il 17 settembre ma, soprattutto, il poco tempo che hanno a disposizione tutti i potenziali concessionari per comprendere una volta per tutte se partecipare o non partecipare al bando stesso.
Ultima, ma non per importanza, la questione del Gioco Patologico; a breve psicologi che si confrontano con pazienti ludopatici diranno la loro sul rischio che il fenomeno possa aumentare in relazione a quanto previsto dal nuovo bando, soprattutto, nella fascia d’età che sarà limitata (18 – 24 anni), per non parlare di tutti quei giocatori che si troveranno a chiudere il proprio conto di gioco in quanto la concessione online dove sono registrati non parteciperà al bando e, pertanto, potrebbero essere allettati, navigando sul web, da siti di gioco del tutto illegali.
Parere comune degli addetti ai lavori e non, è che la fretta imposta dal Governo per questioni di natura erariali abbia colto un po’ tutti impreparati.
Se le cose rimarranno così e il Tar del Lazio non sospenderà il bando il rischio di un cambiamento disastroso è più che concreto.
Il rischio di tornare indietro di un decennio non è da valutare é già in corso.